Finalmente sono riuscito a dedicare il tempo minimo necessario a ultimare con un po' di testa il lavoro.
Non voglio soffermarmi sulle foto fine a loro stesse ma su quello che il tema scelto da Paolo ed il suo staff mi ha portato a (tentare di) vedere.
Moda e Circo.
Moda come espressione di appartenenza ad una classe sociale.
Mutata nel tempo in ricerca, riscoperta e re-interpretazione di tempi, luoghi e valori passati, presenti e futuri
Moda capace di muovere masse, talmente potente da permettere al singolo di emergere dalla massa stessa o farsi risucchiare sino ad assomigliare ad un manichino da vetrina.
Circo come sofisticata miscela di arte e scienza che nasce nella notte dei tempi e viene tramandata di generazione in generazione.
Luogo ove gli artisti circensi offrono al pubblico divertimento, acrobatiche emozioni, stupore e paura racchiusi nei loro colorati, scintillanti e buffi costumi di scena.
Popolo circense sempre immaginato sorridente in tutti i giorni dell'anno; inconcepibile la tristezza o la solitudine che possono provare nel loro perenne girovagare per il mondo come un popolo senza patria.
Moda e Circo due mondi diversi ma fortemente legati. Pieni di contraddizioni, illusioni per chi guarda e per chi lo vive.
Negli scatti che vi propongo cerco di mostrare un po' di questa contraddizione ponendo a fianco di costumi e trucchi coloratamente circensi (divertimento, effimero) gli sguardi tristi, malinconici e vuoti delle (bravissime) modelle.
Il tutto supportato da luci e scelte di post-produzione che vanno dal freddo al cupo sino ad un caldo giallo che rievoca il momento topico dello show e quindi del divertimento ma, ancora una volta, senza lo sguardo accompagnatorio della modella-artista che sospesa in aria nel suo cerchio può per un attimo 'smontare' lo sguardo falsamente ammiccante dello show senza che il pubblico la possa vedere.
La staticità delle pose, al limite del plasticoso, funge da collante tra il Circo, la Moda e il malinconico vuoto che i due mondi sanno lasciare dentro ai loro interpreti quando le luci si spengono e scorre il normale tempo-vita fino al prossimo spettacolo.
Buona Visione e avanti con le vostre osservazioni.
GOOOOD.... ottimo anche il pensiero di base... bravo.
RispondiEliminaCiao Max,
RispondiEliminala copertina mi trasmette una profonda tristezza, come una sconfitta, delusione... questa mentalmente mi collega alle pose di claudia che mi trasmettono rassegnazione, rifiuto (oggetti tenuti bassi, non è in attività...)
In contrapposizione, però, elena sembra molto attiva durante il redazionale e in alcuni scatti sembra proprio impegnarsi nell'azione.. perfino nella foto di chiusura lei non si rassegna...
Durante la lettura, mi sento continuamente catapultato tra i due mondi...
Volevi creare questa contrapposizione e se si, perchè?
Ciao,
Francesco
Ciao!
RispondiEliminaSono contento che ti senta 'catapultato'!
Perfetto termine (secondo me) per descrivere un forte contrasto, che è proprio quello che volevo mettere in evidenza.
Anche la tristezza è corretta ma assolutamente NO alla sconfitta e alla delusione.
Semplicemente volevo far riflettere ed in parte far percepire la forte sensazione che si può sentire quando l'eccitazione dello spettacolo circense e le luci sfavillanti si spengono. Del cosa rimane dopo dal punto di vista dei performer.
Rimane (non è certezza assoluta) il vuoto lasciato dall'adranalina che svanisce e per i protagonisti l'essere catapultato nuovamente nella 'normale', nuda e cruda vita quotidiana sino alla prossima accensione delle luci.
Sono sensazioni che ho provato personalmente più volte e che se non (anche solo) immaginate portano al radicamento del pensiero che mondi come la moda, il circo, lo sport, lo spettacolo e anche la fotografia siano solo e sempre mondi dorati.