D'accordo con Paolo, vi copincollo qui sotto uno stralcio di conversazione avuta via mail nei giorni scorsi, e che si è ritenuto interessante rendere 'pubblica'... seguirà risposta di Paolo, e poi ancora una mia (che non ho ancora scritto... ehm). :)
"Buonasera Paolo,
ho intravisto poco fa i lavori degli altri workshoppisti, alcuni dei quali molto interessanti. Purtroppo devo dirti di considerami, beh... considerami come se avessi partecipato... purtroppo il tempo a disposizione per lavorare e postprodurre le foto lo trovo, ci sono ovviamente abituato e ho tempi abbastanza rapidi di produzione del deliverable (come si dice nel mio lavoro e forse anche nel tuo). Ma da qui a riuscire a preparare, impaginare e dare un senso 'professionale' alla cosa ne passa... oltre al fatto che purtroppo di sicuro non è il mio genere di lavoro (con la grafica non me la son mai cavata bene), necessiterebbe troppo tempo per esser realizzato a modo e 'studiato'. Già per fare quella tristissima doppia pagina ho faticato parecchio, pensare di preparare un intero redazionale simulando una rivista, con tanto di testi e grafiche, beh, è purtroppo ben oltre le mie possibilità, almeno nel brevissimo. Magari un giorno ti 'stupirò' con una mail o un post. Per ora, è più che improbabile.
Per il resto, l'esser 'sotto pressione' non è stato un problema, sono abbastanza abituato (l'aver poco tempo libero aiuta a gestire bene i ritagli di tempo e gli shooting al volo... ^_^), e come forse hai notato sono abituato a scattare poco. Cinque, sei scatti al massimo per ottenere quello che in teoria mi interessa. Che poi riesca davvero ad ottenere quello che mi interessa, beh, è tutto da vedere... :D mi sono sentito un po' limitato dai set precostituiti, specie per le luci, perchè nella mia incoscienza ormai sono abituato a gestire le luci liberamente. Come hai detto tu, non si poteva pensare di avere ciascuno il proprio set di luci, ed è logico sia così, anche perchè non è poi una cosa così facile gestirle se non si è un po' avvezzi alla cosa.
Quello che indubbiamente mi è servito di questo ws è stato il 'capire' l'approccio giusto alla fotografia di moda. Dico 'capire' tra virgolette perchè ovviamente non ho capito un beneamato tubo, rispetto a quello che dovrei sapere... diciamo che mi ha fatto capire la strada da prendere per approfondire la cosa e sperimentare un po'. Quindi il concetto di redazionale, di 'storia' quasi reportagistica, la necessità di curare lo style dal punto di vista 'reale' (se scelgo un tema, devo poi seguirlo in modo fashion e non vestendo da carnevale la modella...)."
Premesso ciò, e fatti i doverosi complimenti a tutti, vi appiccico qui sotto le mie foto. Buon week end a tutti... ^__^
Ciao Roberto.
RispondiEliminaCome ho scritto sul blog, non è importante impaginare il lavoro, la valutazione e la finalità è il racconto fotografico, la ricerca degli scatti, trovare un valore, uno stile,.... non dico di riuscirci, ma di provare, se foste già capaci non avreste fatto un workshop ;O)
Certo qualcuno è più avezzo alla grafica ma a me interessa vedere cosa è venuto fuori e sopratutto mi interessa avervi fatto nascere dubbi e domande su chi cosa dove come quando.
Finchè si scatta per conto proprio senza dover avere la committenza sul collo è tutto più facile, ma quando ci sono art director, clienti, etc che spingono dirigono e devono poi accettare il lavoro tutto si mischia in ricerca di quello che sente il fotografo con quello che si deve e si può fare. Un po' di tecnica, un po di pre-pensiero un po' di improvvisazione.
Sai quante volte vingo chiamato per interpretare ma poi qualcuno comincia a dirmi cosa preferibbe e mi spiega come vede lui le cose? E il professionista deve mediare (anche se vorrebbe mandare a ca....re) e cercare di capire e di spostare l'asse per poter accontentare il cliente o le astruse idee creative di qualche art appena diplomato che non ha mai visto un set fotografico o le velleità artistiche di un qualche cliente che "cià la passione per la fotografia"... e poi magari ficcare lì due proprie idee per far comprendere che sa quello che sta facendo e che se si fidassero un po' di più sarebbe meglio...
Soltanto con l'abitudine e con lo sforzo a tutto ciò è possibile affrontare un lavoro commissionato.
Prima si è psicologi, poi imprenditori, poi mediatori, poi fotografi ;O)
...
Quindi ti sprono a postare le altre foto, tanto la cover l'hai gia fatta, ora scegline ancora tre o quattro e completa il racconto, non deve e non può essere perfetto, bello o brutto non esiste, giusto o sbagliato lo vedremo... e questo mi servirà per potervi insegnare qualcosa,.. sennò solo dalla giornata di domenica non c'è molto da imparare,.. io spero invece che voi abbiate iniziato a capire... dal workshop non si esce "fotografi",... e spesso anzichè risolvere dei dubbi ne dovrebbero nascere di nuovi, è l'unico modo per poter allargare il pensiero.
Se vi avessi fatto 12 set, uno a testa e voi aveste scattato a piacere non avreste imparato nulla di nuovo, avreste solo belle immagini preparate da me, se vi avessi detto fate i set da voi io non servirei a nulla,... invece il darvi un imput di luci e inquadratura e dandovi poco tempo vi fa tornare a casa con la voglia di voler continuare e visto che il fotografo rimane fotografo anche quando mette via la macchina fotografica, accade sempre che tornando a casa si continui a fotografare con la mente e immancabilmente viene in mente "ah, caspita... potevo fare così o cosà, e poi potevo mettere lei così, e se avessi usato quell'obiettivo e mi fossi allontanato un po magari.. era meglio..." .. questo capita sempre anche a me ed è ottimo, perchè poi la prossima volta quei pensieri non realizzati mi torneranno utili.
Insomma,... non si smette mai di pensare di poter fare di meglio la prossima volta.
....
In realtà, come ti ho accennato velocemente via mail, le foto erano già pronte da domenica sera. Essendo abituato a lavorare a concerti, riesco a scremare, selezionare e postprodurre le foto in tempi accettabili, anche perchè prima le lavoro, meno ricevo mail o sms del tipo "quando posso vedere le foto?!"... :D
RispondiEliminaDetto ciò, ammetto di esser rimasto spiazzato dai primi lavori che ho visto postare qui sul blog. Seppure io avessi scattato pensando ad un discorso redazionale (quindi lasciando gli spazi che -a mio parere - erano corretti) mi sono trovato a guardare dei lavori che avevano invece curato moltissimo anche l'aspetto 'tipografico'. Io al massimo mi sarei dilettato a mettere qualche 'segnaposto', ma non avrei mai pensato di sostituirmi ad un grafico, anche perchè come detto assolutamente fuori dalle mie possibilità. Il che mi ha fatto sorgere il dubbio di non aver capito bene lo scopo finale del WS. Ecco perchè ti ho poi scritto la mail che ho copincollato sopra.
Sul discorso dei 12 set o del set libero, ti do ragione. I 12 set diversi sarebbero stati (anche avendo il tempo) una assurdità perchè non avremmo imparato nulla. Il set libero, indubbiamente, avrebbe creato problemi perchè tu avresti dovuto seguire direttamente ogni singolo set per consigliare e correggere non solo gli scatti ma anche l'illuminazione. Convengo comunque sul fatto che l'avere uno schema di luce fisso aiuti a 'gestire l'emergenza' nel modo migliore. "Ho cinque minuti, ho queste luci, che faccio?!" :D
Grazie mille. E la prossima volta, farò -spero molto- meglio.
^_^
Ciao Roberto, mi permetto di introdurmi nella discussione...
RispondiEliminaPer quello che mi riguarda nel mio redazionale ho voluto curare anche la grafica perchè io faccio anche il grafico e quindi avendo un minimo di competenze mi sono detto perchè non usarle... Ma, consapevole che il mio lavoro fosse stato poi giudicato da Paolo e da tutti voi come interpretazione esclusivamente fotografica.
In poche parole quando si va in un ristorante dove tutto è ben curato fa piacere alla vista ma se quando mangi fa schifo... fa schifo...
PS. Spero di non essere risultato polemico, è solo un mio pensiero...
Ciao
Davide
Ciao a tutti. Concordo con Davide. Il fatto di conoscere di più programmi come photoshop o indesign o elementi di grafica, non significa che il redazionale deve essere più bello degli altri.
RispondiEliminaSono daccordo con quello che dite sulle foto che devono essere il principale lavoro di "giudizio".
Attenzione però, conoscere la grafica, informarsi, comprare un giornale e vedere come gli altri fanno non deve essere considerato un male, ma un valore aggiunto.
Anche io avevo le foto pronte il giorno dopo ma ho voluto sbattermi e immedesimarmi in un "professionista" (che non sono) a cui è stato commissionato un lavoro.
Roberto a me piaciono molto le foto che hai fatto. Ho solo cercato di esprimere la mia sul fatto che imparare nuove cose non fanno altro che darci valore aggiunto.
Cmq opinabile da chiunque.
Ciao
right.
RispondiEliminaNessuna polemica, anzi.. tutto serve.
Il fotografo professionista non deve mettere becco nella grafica o nell'impaginazione,.. forse solo newton e avedon potevano permetterselo ;O) Cmq il fotografo deve sapere e prevedere e dopo adeguato briefing con l'arto o il photoeditor preoccuparsi di mantenere gli spazi e il senso delle inquadrature perchè un redazionale dovrà stare in un toto di pagine che il giornale predispone, non una di più non una di meno. Un redazionale ha un costo per il giormale e viene suddiviso per pagina, quindi non si può sforare. meglio cmq averne di più che di meno.
Ma no, assolutamente nessuna polemica! :) la mia considerazione era di pura ammirazione per chi riesce a gestire bene anche l'aspetto grafico!
RispondiEliminaSono d'accordo sia sull'informarsi, che sul vedere cose nuove. Per quanto mi riguarda, peró, facendo tutt'altro nella vita, posso scegliere di cercare di fare bene solo una cosa ( e ancora grazie...), per cui mi limito a guardare lavori di impaginazione ben fatta (quali i vostri), senza cercare inutilmente di emularli... :)
Diciamo che le cose nuove le vedo, ma non le faccio... :)
Ancora complimenti a tutti!
Roby